Quali lezioni possono insegnarci gli atleti delle Olimpiadi?

Quest’anno abbiamo ricevuto diverse lezioni dagli atleti delle olimpiadi, è stata un’edizione emozionante, per l’Italia e le sue medaglie ma anche per gesti, azioni e messaggi che ci sono arrivati dritti al cuore dal mondo dello sport. Temi sociali e di importanza globale hanno animato i cuori degli atleti, i quali hanno scelto di dedicare la loro presenza e la loro vittoria a battaglie e riflessioni sempre più complesse ma ugualmente necessarie. Con una carrellata di bei momenti vissuti durante questa straordinaria manifestazione sportiva vogliamo sottolineare il contributo degli atleti delle olimpiadi, per tenere a mente e dare valore al tipo di sport che amiamo.

Atleti Olimpiadi: abbiamo molto da imparare

fuoco delle olimpiadiSaltare in alto, esibirsi in un esercizio di ginnastica, conquistare un’ambita medaglia, non sono stati solo questi gli obiettivi delle atlete e degli atleti delle olimpiadi di Tokyo 2020, postdatate al 2021 a causa dell’emergenza sanitaria da Coronavirus che l’anno scorso ha stravolto i piani (e che rischiava di farlo anche quest’anno). Alcuni tra i più illustri protagonisti del maggiore evento sportivo mondiale hanno scelto di dare spazio a discorsi più ampi, che si intrecciano con lo sport ma che hanno a che fare con tutti noi. Lezioni che ci resteranno impresse al di là delle vittorie, dei colori delle medaglie. Vediamo insieme i momenti più salienti e significativi.

Simon Biles si ritira dalla gara

La campionessa Simon Biles si ritira dalla gara, dichiarando di doversi prendere cura di sé stessa e della sua salute mentale. I giornali (specialmente quelli italiani, ma non solo) toppano con i titoli, dando risalto a una sua presunta “fragilità”, ho rendendo ambigua la sua dichiarazione scrivendone come di “demoni nella testa). Al di là dell’occasione sprecata da parte dei media – di parlare di stress, salute mentale e sport – Simon Biles ci ricorda che proteggere noi stessi, il nostro corpo e la nostra mente è vitale, e che dobbiamo lottare insieme per ridurre il peso delle pressioni sociali e professionali che gravano sugli individui, a cui viene richiesto di raggiungere sempre un determinato livello di performance.

Tom Daley: atleta di tuffi e di uncinetto

Resterà impressa nella memoria e nella storia dei meme la foto del campione olimpico di tuffi Tom Daley, che mentre assiste alla finale femminile di trampolino tira fuori il suo lavoro ai ferri e inizia a lavorare la maglia, fieramente sereno di dedicarsi a una piacevole attività non connessa all’ideale di mascolinità che viene generalmente proiettato su un atleta. Tom Daley è un padre e marito gay, e le sue creazioni a maglia vengono messe all’asta per raccogliere fondi da devolvere alle case famiglia che si occupano dell’accoglienza dei ragazzi Lgbtq+ cacciati di casa.

Daley ci insegna una delle più belle lezioni degli atleti delle olimpiadi: il rispetto del proprio modo di essere, anche se questo può generare confusione e non essere accettato facilmente dagli altri.

Due ori sono meglio che uno

Resterà nella storia come una delle più emozionanti finali di salto in alto. Gianmarco Tamberi e Mutaz Barshim hanno scelto di vincere entrambi la medaglia d’oro, o meglio, di vincere due medaglie, una a testa. I due sono amici e coetanei, e inoltre hanno condiviso la stessa sventura di un infortunio al tendine di Achille che li aveva costretti a lunghissimi periodi di riabilitazione. Tamberi e Barshim potevano continuare la finale con un Jump-off, uno spareggio che avrebbe portato a un solo vincitore. Barshim ha interrotto il giudice di gara mentre spiegava il regolamento per chiedere: “Possiamo avere due ori?” Il giudice ha risposto: “È possibile, se decidete entrambi di essere campioni”. È così hanno deciso. Questa è delle più commoventi lezione degli atleti olimpionici, ci ricorda che sapore ha la sportività, la condivisione, una sana competizione.

Contro la sessualizzazione dello sport

Le ginnaste della Germania indossano una tuta coprente e non il solito body che lascia scoperte le gambe e rende più sessualizzata l’immagine delle atlete. Non sono le prime ginnaste a scegliere di lanciare questo messaggio. Recentemente anche la nazionale femminile norvegese di beach handball aveva indossato short al posto dei bikini (incorrendo in una multa, che la cantante P!ink ha dichiarato di voler pagare come sostegno alla causa).

Con questo ulteriore gesto le ginnaste ci ricordano che il corpo femminile appartiene alle donne e che non dev’essere sempre sottoposto a una pressione sociale che lo rende appetibile per i canoni imposti da una cultura patriarcale.

Ai nostri studenti e studentesse dell’Università di Agrigento abbiamo suggerito di guardare le Olimpiadi, e siamo felici di averlo fatto. Sappiamo che lo sport è un canale virtuoso di diffusione di valori e principi inclusivi. Quest’anno la manifestazione sportiva più attesa al mondo ci ha dato davvero soddisfazione, regalandoci lezioni di sportività, di diritti civili, di impegno sociale. Siamo già tutti in attesa della prossima edizione, ma adesso è il tempo di godersi le meritate vittorie.

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