Referti del pronto soccorso: quali sono e che caratteristiche hanno
I referti del pronto soccorso sono i documenti rilasciati al momento in cui vengono richieste prestazioni ospedaliere di qualsiasi tipo. È importante comprendere come funziona questo servizio per conoscere meglio la documentazione che viene prodotta e comprendere quando è realmente necessario recarsi in questi luoghi. Questo articolo ti sarà molto utile per ottenere informazioni su come funziona il pronto soccorso e sulle modalità di dimissione, che generalmente vengono precedute dalla consegna di documentazione sanitaria.
Ingresso al pronto soccorso: i codici di emergenza
Prima della cartella clinica e dei referti si passa per l’accettazione. Il pronto soccorso può gestire l’emergenza solo eseguendo delle rigorose procedure di “smistamento” che nel linguaggio tecnico e medico viene chiamato triage.
Ci auguriamo vivamente che tu non abbia bisogno di questo articolo, ma sempre meglio essere informati a riguardo. Precipitarsi al pronto soccorso è una reazione spesso spontanea, anche se a volte non necessaria. Quantomeno è importante sapere cosa aspettarsi una volta raggiunto l’ospedale.
Come abbiamo premesso l’arrivo al pronto soccorso presso l’unità sanitaria locale coincide con una fase molto delicata. Le possibilità sono due:
- Raggiungimento tramite mezzo proprio
- Raggiungimento tramite unità mobile
La seconda opzione si manifesta nel momento in cui si ha bisogno di cure immediate e l’emergenza viene raggiunta dall’ambulanza. In tal caso i primi controlli medici saranno già stati effettuati dal personale medico che ha risposto all’emergenza.
Se il paziente arriva con mezzo proprio viene smistato sulla base dello stato di salute e dell’urgenza, verificata da un medico che controlla le condizioni generali e le eventuali implicazioni.
La priorità di intervento corrisponde ad un colore. Attenzione! Questo è un dettaglio fondamentale perché comparirà come prima informazione nel referto di pronto soccorso che verrà consegnato.
Codici pronto soccorso
Sono cinque diversi codici, in ordine crescente di gravità. Vediamoli nel dettaglio per imparare a interpretare il linguaggio medico presente nella documentazione sanitaria.
- Codice bianco: lieve entità. Questo genere di casi non desta particolare preoccupazione e potrebbe tranquillamente essere gestito dai medici di base, ma per questioni relative alla sicurezza dell’individuo e all’integrità del servizio una volta registrato l’accesso non è consigliabile rivolgersi altrove, nonostante i lunghi tempi d’attesa che si prospettano per i pazienti con questo codice.
- Codice Azzurro: è previsto all’interno del pronto soccorso ma non viene utilizzato spesso. Raramente lo si vede comparire in un referto del pronto soccorso. Indica una gravità maggiore del codice bianco, ma definisce comunque casi in cui i tempi di intervento non hanno carattere d’urgenza. Questo codice, come il precedente (codice bianco) hanno obbligo di pagamento del ticket ospedaliero.
- Codice Verde: condizioni non critiche e stato di salute stabile, corrispondente con patologie che possono aver bisogno di un intervento ospedaliero non prioritari almeno rispetto agli altri due codici che andiamo ad illustrare.
- Codice Giallo: patologie o condizioni di salute che potrebbero aggravarsi nonostante parametri stabili. Lo si ottiene quando il medico riscontra difficoltà a respirare, stato di coscienza alterato, oppure quando si presentano al pronto soccorso soggetti intossicati o con ferite di una certa entità
- Codice Rosso: condizioni gravi e prioritarie, sono i pazienti per cui viene subito predisposto un intervento o cure d’urgenza. Dall’accettazione si passa direttamente al reparto.
Documenti sanitari e referti in pronto soccorso
La documentazione sanitaria ha molta importanza. Attesta il tipo di cure ricevute ma anche la condizione di salute all’arrivo. Nel momento in cui si sceglie di recarsi al pronto soccorso bisogna essere consapevoli di quali siano i documenti da portare. Spesso non ci si pensa, perché lo si sceglie come ultima opzione, difatti le strutture ospedaliere spesso sono abituate a ricevere pazienti privi di alcuni documenti.
Di abitudine sarebbe importante portare sempre con sé una cartella clinica, se si ha il tempo di prepararsi precedentemente. Lì sono racchiuse preziose informazioni su:
- Interventi sanitari precedenti
- Operazioni chirurgiche
- Farmaci assunti per eventuali patologie
- Allergie e intolleranze
Si tratta di informazioni di vitale importanza, soprattutto se il paziente che si presenta in ospedale sta seguendo una terapia farmacologica. I medici che intervengono hanno bisogno di sapere il quadro clinico della persona per poter somministrare farmaci e terapie, ma anche e soprattutto per comprendere la gravità dello stato di salute con cui il paziente giunge al pronto soccorso.
Anche per la dimissione è necessaria una documentazione: l’autorizzazione del medico operante nel presidio. A lui spetta l’ultima parola che stabilisce se la persona può abbandonare la struttura, può anche scegliere di non firmare l’uscita ma a quel punto spetta al paziente l’assunzione di responsabilità in cui si sottoscrive la volontà di uscire senza parere favorevole del medico. Insomma, come si suol dire “a proprio rischio e pericolo”.
Segnaliamo inoltre la possibilità di richiedere un altro importante documento in allegato al referto del pronto soccorso: la certificazione del danno. Quest’ultima serve per attestare un infortunio causato da sinistri o violenze ed è quello richiesto e necessario per intraprendere una causa legale e ottenere una riscossione assicurativa. Rientra nel territorio della giurisprudenza ma è comunque rilevante.
Dimissioni dal pronto soccorso
Abbiamo visto come si accede al pronto soccorso. Ma dopo essere entrati sono diversi i casi che si possono presentare, a seconda dei codici che abbiamo visto. Le principali procedure sono queste:
- Dimissioni a domicilio: accertamento effettuato e consegna del referto del pronto soccorso, in cui rientra il verbale del medico, i risultati delle analisi fatte, e i consigli di terapia da seguire una volta rientrati presso il proprio domicilio (unitamente al suggerimento di contattare il medico curante)
- Ricovero: in questo caso non si lascia l’ospedale ma si viene trasferiti in un reparto adatto alla gestione della patologia o del problema di salute manifestato
- Trasferimento in antro ospedale: può capitare che siano necessarie cure specialistiche che non rientrano nella disponibilità del presidio ospedaliero in cui ci si è recati. In questo caso verrà richiesto un trasferimento presso un’altra struttura, nei casi più gravi il trasferimento si rende necessario con mezzi non propri: ambulanza o elisoccorso) ma più spesso è possibile muoversi con mezzo proprio.
- Dimissione volontaria: in seguito alle informazioni ricevute dopo le visite e gli accertamenti il medico può proporre un ricovero. Si può richiedere comunque la dimissione, se questa è la volontà del paziente. Anche se il medico è contrario e tenterà di dissuadere il paziente è possibile lasciare l’ospedale firmando un’assunzione di responsabilità per dimissioni volontarie.
Conoscere il coordinamento nelle professioni sanitarie
Quanto detto finora dovrebbe restituire bene l’idea della complessità del sistema. Non sempre ci si rende conto di quanto e quali lavori si muovono dietro a un pronto soccorso o un ospedale. Il personale sanitario richiede sempre più spesso aggiornamenti non solo medico-scientifici ma anche di gestione. In entrambi i casi è necessario continuare a formarsi, per fornire un’assistenza adeguata ai pazienti.
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