Come si ottiene l’abilitazione da avvocato? La guida completa
In questo articolo ti illustriamo nel modo più dettagliato possibile come si ottiene l’abilitazione da avvocato. La professione dell’avvocato è una delle più diffuse tra i laureati in giurisprudenza, ma è bene ricordare che non è l’unica. Gli sbocchi per chi sceglie gli studi in legge sono molteplici, diversi e stimolanti tutti in egual modo. In questa sede vedremo in particolar modo come ci si avvia all’abilitazione, un passaggio cruciale per i futuri professionisti del diritto.
Ottenere l’abilitazione da avvocato
Le statistiche confermano che i laureati in giurisprudenza non accennano a diminuire. Il numero cresce, forse non in maniera proporzionale ai futuri clienti. Non possiamo nascondere che si può trattare, soprattutto in certi territori, di una scelta che porta a un settore competitivo. Però studiare giurisprudenza ad Agrigento continua ad essere una scelta ottima. Quindi, giovani laureati, è arrivato in momento di avvicinarsi all’esame di abilitazione con entusiasmo e senza lasciarsi piegare delle osservazioni pessimiste di chi vi circonda. A te, proprio a te che stai leggendo, vogliamo tenerti informato rispetto ai cambiamenti avvenuti nel 2018 per quanto riguarda l’esame di cui stiamo parlando. L’abilitazione per gli avvocati è un percorso, che non si limita a un momento preciso e ben definito. Ci si deve giungere con buona predisposizione e preparazione. La laurea è il bagaglio di esperienza che obbligatoriamente non può mancare, insieme a abilità personali che sono sempre benvenute e funzionali a costruire la figura professionale.
La laurea in giurisprudenza e l’esame da avvocato
Abilitazione da avvocato ed esame coincidono, praticamente. Si tratta dell’ultima tappa dopo il percorso universitario. Forse dire ultima tappa può creare delle false convinzioni. Diciamo che gli esami non finiscono mai, ma che spesso l’esame di abilitazione rappresenta il compimento ultimo del percorso universitario in giurisprudenza. Ma dopo cinque anni di studio serrato, costante e disciplinato e prima dell’esame c’è un altro percorso molto interessante, che devi per forza aver superato prima di sederti sui banchi dell’abilitazione. Stiamo parlando della pratica forense, un’ulteriore esperienza di formazione diretta, che consiste nell’affiancamento di un avvocato per almeno diciotto mesi. Questo periodo è funzionale allo studente per apprendere la pratica, affinare le competenze innate, allenare quelle apprese, imparando sul campo e grazie all’esempio di un esperto, come si svolge il lavoro che sta cercando di raggiungere e costruire con dura fatica.
In questo frangente spesso il futuro avvocato può assistere alle udienze, redigere i primi atti e svolgere tutte quelle attività che saranno il pane quotidiano all’interno della sua professione.
Come diventare avvocato: dopo la pratica forense
Ovviamente la pratica forense dopo la laurea non basta. Sembra difficile agli inizi, sembra sempre che manca un tassello prima di completare in quadro e diventare professionisti a tutti gli effetti. Ma poi, improvvisamente, da giovani giuristi si diventa avvocati. Inoltre la pratica forense subito dopo la laurea non è l’unica strada percorribile, anche se la più consigliabile per chi vuole fare esperienza nel campo.
A seconda delle tue preferenze personali puoi prendere scelte diverse. Chi ha frequentato la scuola di specializzazione per le professioni legali riduce lo svolgimento della pratica ad un anno. Si tratta di una scuola a numero chiuso, di durata biennale, che a sua volta prevede un esame conclusivo.
Anche chi sceglie di iniziare il praticantato durante gli studi può abbreviare la durata del tempo necessario allo svolgimento. Sono tutti dettagli che apprenderai strada facendo e che cercherai di comprender come far combaciare alle tue aspirazioni.
Come abbiamo detto dopo questo periodo è necessario avviarsi ai fatidici esami. In cosa consistono. Lo vediamo nel dettaglio nel prossimo paragrafo.
L’esame da avvocato. Le prove
Come tutti gli esami ha prove difficili da superare. Ti spaventano? Non ti preoccupare, hai già fatto molta strada e te ne manca solo un pezzetto. Non demordere! Le prove scritte che sono previste per l’abilitazione da avvocato si svolgono generalmente tutte in un’unica sessione, di solito a dicembre. Durante tre lunghe giornate moltissimi aspiranti avvocati si cimentano nella redazione di un parere sulle materie di diritto. Precisamente una traccia a scelta tra due tracce di diritto civile, e una a scelta tra due di diritto penale. In più un atto giudiziario a scelta tra: diritto civile, diritto penale, diritto amministrativo. Dal 2018 le prove rimarranno così, salvo modifiche. La durata delle prove però è stata ridotta rispetto agli anni scorsi, e saranno disponibili sei ore e non sette per lo svolgimento.
Le prove orali, che solitamente si tengono il luglio successivo, dopo la pubblicazione degli esiti che confermano i nominativi degli ammessi si tengono i colloqui sulle materie:
- • diritto civile
- • diritto processuale civile
- • diritto penale
- • diritto processuale penale
- • deontologia
Queste sono le materie obbligatorie, ma non sono le uniche, a queste si vanno a sommare due materie a scelta del candidato, fra una lista che ne racchiude molte, ovviamente tutte connesse al diritto.
Questo è il percorso che devi aspettarti quando ti chiedi come diventare avvocato.